sabato 14 maggio 2011

Ultimo giorno di campagna elettorale (una cronaca per i fedeli lettori)

Ecco, è finita la campagna elettorale. Vi avevo lasciato il 28 marzo con la mia "discesa in campo". Nel frattempo, serate di riunioni, di volantinaggi, di affissioni di manifesti; molti aperitivi, qualche nuovo amico (uno in particolare, molto simpatico e gentile), molte idee, molte risate, molti incontri: ho visto Rosi Bindi, Matteo Renzi, Flavio Zanonato, molti cittadini di Este. E ora la parola alle urne.

Ieri però l'incontro di due immagini mi ha fatto riflettere sul destino di questa piccola parte di Italia che è Este e che in fondo tanto assomiglia alla parte maggiore.
Verso le 19 sono passato in piazza, giusto per vedere la chiusura della campagna elettorale della Lega: meno gente del previsto, sostanzialmente i militanti rigorosamente vestiti di verde e casse urlanti a tutti volume un "Va pensiero" che stranamente i sedicenti "padani" continuano a considerare il loro inno (chissà cosa ne direbbe Verdi..) ripetuto un sacco di volte, quasi fosse un mantra (in realtà, nel Nabucco c'è poco altro di veramente ascoltabile..). Ho ripensato alla quantità di volte che la Goisis è apparsa sui manifesti con quel faccione ritoccato al photoshop, inquietante e assurdo, di quante migliaia di euro avrà speso in pubblicità, magliette, gadgets e altro ancora. Intorno alla piazza, poca attenzione, molta indifferenza, i bar della piazza pieni dei soliti consumatori di aperitivi, per nulla coinvolti da questa ritualità per nulla antica e piuttosto immotivata.
Alla fine della serata, nel chiostro del Vescovile, dopo l'intervento di Zanonato, Piva interviene a chiudere la serata proponendo di ascoltare tutti insieme "Fratelli d'Italia", il nostro vero inno nazionale. Attimo di panico: è un fuori programma, e il dj per quanto fornito non ha la traccia. Piva recupera la traccia che conserva nell'i-phone, collega l'apparecchio al pc e tutti, in silenzio, raccolti, in piedi, ascoltiamo il nostro inno, meno urlato, più tenue ma senza dubbio più toccante. Non l'inno di una parte, l'inno di tutti.
Rifletto: un inno posticcio, urlato in mezzo agli aperitivi contro un inno raccolto, in un chiostro silenzioso. Due Italie, due modi di intendere la politica, il mondo, la vita. Speriamo bene. In bocca al lupo, Giancarlo! In bocca al lupo, Este! In bocca al lupo, Italia!

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