venerdì 7 ottobre 2011

Stay hungry! Stay foolish! (una piccola cosa intorno a Steve Jobs)

Dopo un mese trascorso in giro per ospedali e studi medici, rientro nel blog solo per condividere due cose relative a Steve Jobs, scomparso nei giorni scorsi: la prima è la traduzione del discorso tenuto a Stanford nel 2005 (lo potete ascoltare, letto da un ragazzo molto bravo e gentile nel condividere questa cosa, cliccando sul titolo di questo post); la seconda è la mia personale sensazione su questa morte. Jobs è stato sicuramente un uomo che ha rivoluzionato la storia del nostro tempo. Giusto commemorarlo e ricordarlo come è stato fatto ieri e oggi su tutti i canali televisivi.
Però, la vera grandezza di quest'uomo viene fuori intera quando la pagina su di lui si chiude con le parole "Siate affamati! Siate folli!" e il telegiornale torna a parlare delle nostre umanissime miserie: censura sulle intercettazioni, bunga bunga, crisi economica, disoccupazione, lavoro nero, palazzi che crollano, teatrino della politica. Ecco, lì, nella profonda saggezza di quelle quattro parole (pronunciate da una persona che viveva in modo molto semplice malgrado l'enorme disponibilità, altro che le ville di B.), è condensata un'intera filosofia che contrasta in pieno con la nostra pochezza quotidiana. Per questo nei prossimi giorni le mie classi leggeranno per intero il discorso del 2005 e verranno invitate ad una riflessione.

domenica 21 agosto 2011

Scritto sul muro

Uscendo dalla posta centrale di Este, ospitata temporaneamente in una struttura mobile che fa tanto accampamento, e risalendo il vialetto che conduce al corso principale mi imbatto in questa scritta su un muro: "I [love] Ongaro". Ignoro chi possa averla scritta, anche se sospetto che si tratti di mano femminile. Rifletto su alcuni dettagli: la ragazza copia dalle magliette (la I e il cuore per dire love), usa la lingua inglese, è audace perché è lei a scrivere. Un tempo eravamo noi maschietti a scrivere sui muri ma, si sa, i tempi cambiano. La cosa però che mi ha fatto davvero sorridere è il fatto che l'amato non abbia un nome, ma un cognome. I casi sono diversi: non conosce il nome anagrafico dell'amato. In tal caso il messaggio è una vera e propria dichiarazione d'amore. Oppure nella compagnia "ongaro" è anche il soprannome (normalmente è un cognome discretamente diffuso da queste parti) e lei usa il cognome confidenzialmente. Eppure fa un certo effetto vedere una dichiarazione d'amore fatta ad un cognome! Cose di Este!

venerdì 19 agosto 2011

Luna all'alba di Ferragosto


La mattina di Ferragosto, verso le 6, mi sono svegliato e ho guardato fuori dalla finesta. La luna piena stava tramontando ma, evidentemente stanca di tanto peregrinare, aveva deciso di sostare un momento sull'albero dietro casa mia. Così ci siamo salutati, ho scattato questa foto e mi sono rimesso a dormire. La luna poi non so dove sia andata. Magari a far colazione.

domenica 14 agosto 2011

Taccuino portoghese #5

In un pomeriggio di pioggia, uno di quelli da pioggia obliqua, ho visitato la casa di Fernando Pessoa. Era una delle cose che volevo visitare qui a Lisbona. Ho gironzolato con il libro dell'Inquitetudine in borsa durante i miei pellegrinaggi in giro per la città. Ed è qui che il viaggio doveva finire: nelle stanzette pulite dove ha soggiornato il poeta che ha scritto:

Nulla si sa, tutto si immagina.
Circondati di rose, ama, bevi e taci.
Il resto è niente.

Il luogo in sé è ben strutturato, anche se tutto è ricostruito e forse solo alcuni pezzi del mobilio sono originali. La vera avventura è stata arrivarci (è fuori dal centro propriamente detto di Lisbona, in un quartiere chiamato Campo de Orique): dopo aver sbagliato strada sotto la pioggia sono stato "tratto in salvo" da un signore che mi ha condotto personalmente davanti a casa Pessoa. E il ritorno in centro l'ho fatto con il mitico 28, il tram che gira per i sette colli di Lisbona.


Taccuino portoghese #4

L'expo di Lisbona mi produce una tristezza preventiva: vedendo i risultati ottenuti a Lisbona dai cantieri dell'Expo, penso a quello a cui stiamo andando incontro in Italia con i cantieri di Milano. Tutto sommato mi pare che a Lisbona il risultato sia stato quello di caratterizzare e riqualificare un'area, magari con strutture importanti (un ristorante altissimo, una teleferica panoramica) e una serie di locali e di abitazioni di pregio. Insomma, la domenica in cui ho visitato la zona pareva una sorta di luna park ancora funzionante (malgrado siano passati diversi anni). Chissà cosa succederà a Milano..
La cosa più curiosa che mi è capitato di trovare però è la faccia di quest'albero, un po' sbilenca, un po' indecisa.

martedì 9 agosto 2011

Chiamami col tuo nome

Sono arrivato a questo libro con alcuni anni di ritardo: è uscito nel 2008, quando l'ho cercato era esaurito ed è ricomparso da poco in edizione tascabile. Rinvio, per la trama, al link sul titolo che vi conduce alla pagina di Wikipedia. Mi soffermo sulle emozioni provate, in particolare nella lettura della parte finale. Dopo la scoperta dell'amore tra i due protagonisti, la partenza di uno dei due (e una breve luna di miele a Roma, culminata in un bacio piuttosto difficile, dopo aver vomitato) e il ritorno a casa dell'altro, il romanzo prende una piega lirica che a fatica riesco a riproporre. Vi rinvio alla pagina di Wikiquote, per alcune citazioni dal libro. Ma nel leggere le parole che il padre dice al figlio o la frase finale che uno dei due amanti dice all'altro.. insomma.. ho pianto, pianto come non succedeva da un sacco di tempo. E mi sto chiedendo ancora il perché. Un libro bellissimo, emozionante, commovente.

lunedì 8 agosto 2011

Taccuino portoghese #3

Questa foto rappresenta un tramonto. L'ha scattata Clara mentre aspettavamo che il ristorante in riva al mare preparasse la cena a base di sardine alla griglia. Può sembrare banale, ma in realtà è un tramonto sull'Oceano. Eravamo a Caparica, dove ho provato anche il bagno in acque oceaniche.. leggermente più fredde del nostro piccolo mare.. a pensare alla vastità di questa massa d'acqua, il mio Adriatico (che frequento ormai solo da Ostuni in giù..) sembra proprio uno stagno! Una giornata di puro relax.
Sabato invece mi hanno portato a Sintra a visitare un giardino meraviglioso, la Quinta da Regaleira (il link è nel titolo). Un'opera della fine del XIX secolo, voluta da un magnate portoghese e realizzata da un architetto scenografo italiano, Luigi Manini.
un pomeriggio trascorso tra piante esotiche, gallerie, piccoli anfratti e una casa molto bella. Un altro dolcetto tipico di Sintra, una specie di rotolo con dentro una crema all'uovo, mi riporta alla passione portoghese per il cibo: il Pasteis du Belem, questo di Sintra.. anche il nostro Krapfen qui cambia forma e nome e si chiama "Bola de Berlin" (Berlin non è una località portoghese, ma la capitale tedesca: siccome il krapfen è tedesco, i portoghesi lo chiamano di conseguenza..).

venerdì 5 agosto 2011

Taccuino portoghese #2


la colonna sonora di Maria Gadu e la vista mozzafiato da Cabo da Roca, il punto più occidentale della cara vecchia Europa. Questo il menu della terza giornata (giovedì) in terra lusitana. In verità in casa di Ivan si ascolta un po' di tutto, con prevalenza per i suoi amatissimi Bruce Springsteen, Fabrizio de André e Roberto Vecchoni, ma secondo me Maria Gadu è proprio la cifra esatta per presentare questo punto estremo d'Europa, nel quale sono arrivato in un momento particolare, cioè senza un alito di vento. Così il panorama circostante è sembrato un pochino irlandese..
e l'effetto di questa marginalità di costa, tra Irlanda e Portogallo è un effetto davvero bello, non solo dal punto di vista estetico: fa riflettere sull'unità "naturale" di un continente in realtà diviso sotto il profilo politico ed economico in Stati, regioni, province,aree, distretti.

Taccuino portoghese #1


eccomi tornato a casetta! l'immagine scattata davanti al monumento detto del "descobrimento" è emblematica: un piede in Italia, uno in Portogallo. Lisbona è una città calda, leggera, simpatica. Primi due giorni in giro per la città: la zona di Belem, con il Jeronimo, il centro culturale con un'importante collezione privata (e gratuita) di arte contemporanea e la celeberrima pasticceria dei "Pasteis du Belem", eccezionali. Il secondo giorno a spasso da solo, sbagliando il fuso orario (esco alle 8 ma credendo fossero le 9)ma godendo la città da turista per modo di dire, senza la guida, seguendo il flusso..
Uno splendido pomeriggio, dopo un pranzo molto simpatico con un amico di Lisbona, passato in zona Carmo, poi sulle tracce di Pessoa, tra la Brasileira, la sua casa natale davanti a un teatro molto bello, la chiesa dov'è stato battezzato.. insomma, primi due giorni alla scoperta della città e della cultura del posto.
Tutta la città parla di Pessoa, del suo modo di vedere il mondo, la vita, l'amore: un modo molto caldo, calmo e al tempo stesso ricco e "pieno". Ed è un modo profondamente mio. ho conosciuto questo poeta durante gli anni dell'Università: ho letto i preziosi volumi pubblicati da Adelphi e uno dei miei libri più cari è il Libro dell'inquietudine (nell'edizione grossa di Feltrinelli) che ho portato con me e che ho in parte letto in Praça do Carmo sorseggiando una ottima super Bock (il Porto con il caldo che faceva era assolutamente sconsigliato)!

sabato 30 luglio 2011

Vacanza Lusitana!

Sono a Lisbona! Ospite di Ivan e Clara, persone gentilissime e dolcissime. Una città bella e calda, ricca di cose che ricordano l'Italia, rumori, colori, sapori. Il reportage arriva a rate, perché qui ci sono talmente tante cose che il tempo va speso per vivere e non per raccontare.. Tra poco partiamo per visitare Sintra, sulle tracce di de Queiroz.

mercoledì 13 luglio 2011

Togliamo il disturbo!


Finisco questo pomeriggio il secondo libro dell'estate (il primo, l'ultimo romanzo di Walter Siti, è troppo duro da commentare..). Un saggio di Paola Mastrocola relativo alla scuola:"saggio sulla libertà di non studiare". La recensione video, fatta da Fazio la trovate toccando il titolo. Confesso di essermi sentito un po' in colpa: a volte mi rendo conto che indulgo sui miei allievi, a volte ascolto i loro pensieri, i loro problemi (anche quelli davvero seri); cerco di essere rigoroso, nei limiti di un programma troppo vasto per le ore che sono rimaste, propongo attività, iniziative, letture. Come la Mastrocola, ho tre, quattro allievi che condividono con convinzione la mia linea didattica, gli altri arrancano, pochi rifiutano. Molto spesso faccio riflettere i ragazzi su ciò che stanno facendo. Molte volte riconoscono l'inganno, ma non fanno nulla per svelarlo. Attraversano l'inutile con l'indolenza di chi non ha speranza di un gran futuro.
Tutto torna, cara Mastrocola: l'analisi è quasi sempre corretta. La proposta contenuta nella parte finale del libro è velatamente quella di un ritorno al passato: le elementari (e non le primarie) si chiamavano così perché insegnavano un sapere elementare, esercitavano la memoria e trasferivano nozioni che dovevano rimanere per tutta la vita ed essere non un pilastro culturale, ma un elemento cardine della formazione di ognuno: ricordo i nomi di tutte le città di Italia dalla terza elementare, per esempio; i nomi dei re di Roma, dgli eroi principali. Perché è stato smantellato tutto? Non era più democratico proprio perché più semplice? Le tre scuole superiori più o meno richiamano la struttura tradizionale della nostra scuola attuale, liceo, tecnico, professionale. Ma il punto è proprio quello delle elementari. E' inutile: è lì che si è perduto il passo.
Ricordo che a me (e ai miei compagni) la maestra faceva imparare a memoria chilometri e chilometri di poesie con la rima, Pascoli, Carducci, i minori dell'Ottocento (patriottici, così tempravano lo spirito nazionale..); a mio nipote facevano imparare i pensieri di Rilke o di Leopardi. Persa la rima, la memoria non si ancorava più al suono, ma al nulla. E infatti i ragazzi nulla ricordano.

martedì 12 luglio 2011

Ancora una volta.. Amor Fou!

Come l'anno scorso, ancora Botanique, ancora Amor fou. Non presentano l'album nuovo, ma solo alcune canzoni. Pubblico di affezionati, cornice quasi "familiare" quella del Botanique, dove i "nostri" si sentono a casa. Ci arrivo con la Mini, insieme a Paolo, sua morosa, e Andrea. Due miei carissimi allievi, ora due amici (che però mi chiamano ancora prof. e mi danno del "lei" - Paolo non sempre, ormai..). Sul luogo trovo Matteo, Ale e altri amici bolognesi.
L'emozione è sempre nuova ma sempre tenera e appunto familiare. Gli Amor fou, forme raffinate ed eleganti, non sono però sul pianeta Venere, ma qui, con noi. La loro musica è strana, suadente, piena e le parole cadono sempre metricamente in maniera perfetta. Eppure toccano dentro, nella profondità di ciò che ciascuno di noi prova e che spesso nasconde.
La canzone che trovate nel link è secondo me una delle prove più intense. Come viene ad un autore di scrivere un verso così:

Ma una scia di pura gioventù, che non ho meritato, dove va, dove cade?

una scia, come il vapore bianco che si vede nel cielo dietro gli aeroplanini, di pura gioventù (perché pura? non contaminata? non toccata?) cosa sarà mai? e perché non lo hai meritato?
e le domande una ovvia (dove va?) una un po' meno (dove cade? ma perché dovrebbe cadere.. nulla è eterno?).

e dopo le domande, non c'è una risposta. Forse le domande non la vogliono. Invece c'è un'affermazione:

io vorrei continuare// a pretendere il meglio di questo tuo giovane cuore//
ma non so imparare ad evitare// il segnale di questo mio folle dolore..

io vorrei.. ma non so.. cifre del nostro tempo. Grazie Amor Fou!

lunedì 4 luglio 2011

Angela Baraldi, una bella donna con una bella voce!


Il Botanique (se vuoi vedere il programma clicca qui)è un luogo magico: il cortile di una facolta universitaria che nelle sere d'estate diventa uno spazio di vita sociale: chioschetti molto semplici, un palco, un gruppo live ogni sera. Organizza Estragon, che vuol dire attenzione alla buona musica e a proposte assolutamente innovative per la scena italiana.
Sabato sera, con alcuni amici, sono andato sentire Angela Baraldi insieme a Massimo Zamboni, colonna storica di CCCP e di CSI, riproporre pezzi storici sia dell'una che dell'altra formazione. Così sul viale dei ricordi sono passate le "erezioni tristi", la tabula rasa elettrificata, il "m'importa'na sega", il tormentone "non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport" che mi sembra una cosa di pura avanguardia (negli anni Settanta si profetizzava il giovane d'oggi).. Il tutto è stato suonato in un ordine assolutamente non cronologico: così anche nella memoria lo spaesamento è stato notevole, privo di un ordine, ricordi casuali, il liceo, le albe al passo delle Fiorine con gli amici del Veliero di Bresseo, i pogo nelle feste di piazza, insomma ascoltando quest'ora e mezza di musica ti può passare davanti tutta una vita.
Una sola nota negativa: possibile che nella civilissima città di Bologna ci sia un sindaco che blocca la musica all'aperto in estate alle ore 23,00? dov'è la civiltà? mi sembra una gara al ribasso, a chi è più illiberale (e sostanzialmente più mona). un concerto in un quartiere formato di edifici universitari a chi dà fastidio? mah.. vabbè..

venerdì 1 luglio 2011

Il gatto da guardia..


Ieri, mentre passavo tra il municipio e la strada che porta ai Carabinieri, ho attraversato una delle zone stranamente suggestive della nostra città: il passaggio che conduce al vicolo della Mezzaluna. Un tempo la città di Este aveva qui collocato i bagni pubblici, in pieno centro, vicino alle piazze dove un tempo si faceva un mercato forse più grande anche di quello odierno. Oggi lo stabile è occupato dai servizi sociali, ma l'opera di restauro dello stabile ha consentito la riapertura dei vespasiani (con la scritta originale "orinatoi"). Davanti alla porta ho trovato questo gatto, parcheggiato, placido, tranquillo. Sembrava quasi di guardia. Un gatto da guardia! Incredibile.. Succede solo a Este..

martedì 28 giugno 2011

Una serata d'altri tempi

ieri sera, lunedì, sono uscito a cena con due carissimi amici, Mario e Mariuccia (Mario è stato mio collega nel 2002/2003: quasi un assistente, perché spesso, durante le lezioni di storia che tenevo nel laboratorio di automazione, interveniva con osservazioni e aneddoti davvero interessanti per i miei allievi che allora guardavano sbalorditi il prof di automazione parlare di rivoluzione francese). Il posto bello, Cortelà frazione di Vo', pieni Colli euganei, dolci e per l'occasione abbastanza ventilati; la cena ottima. La cosa che mi ha però colpito è stato l'ultimo incontro fatto nel locale: l'anziano proprietario, il sig. Romeo, 84 anni portati benissimo, ha fatto un inchino e ha baciato la mano di Mariuccia. "Bacio la mano che ha stretto la mano del Papa. Questa mano è sacra!" Immediatamente mi sono trovato catapultato in un romanzo alla Garcia Marquez, di fronte a uno di quei personaggi come Melquiades in Cent'anni di solitudine.. il baciamano come riverenza alla sacralità del contatto con il Papa e rispetto verso la figura così investita di sacralità. Quest'uomo, 84 anni vissuti di lavoro e fatica tra le colline più dolci e al tempo stesso aspre d'Italia, mi ha illuminato la serata. Grazie, Romeo!

Jodorowsky a Monselice!

Mercoledì scorso, arrivo a Monselice per vedere Alejandro Jodorowsky, autore cileno di fama mondiale. La cornice è la bellissima villa Duodo, incastonata su un colle nel cuore della cittadina. Pubblico delle grandi occasioni, per lo più provenienti da Padova, target consueto della mia età, qualche giovane alternativo, parecchi fighetti. Io sono in compagnia di due belle donne, Chiara e Beatrice. La freschezza di questo meraviglioso ottantenne salta agli occhi: fresco di parola e di cuore, di immagini e di ritmo. Al suo fianco, splendido sparring partner, il suo traduttore Antonio Bertoli; la formula è buona: si discute di poesia, di vita e di amore, Jodorowsky fa un po' l'istrione, un po' il gigione per apparire il vecchio saggio senza prendersi troppo sul serio. Poi qualche lettura di poesia, infine le domande del pubblico prima di un'ultima lettura finale. Rimangono tre immagini molto belle.
La prima è la definizione di poesia: Cos’è la poesia? “E’ l’escremento luminoso di un rospo che ha inghiottito una lucciola”.
La seconda è la definizione di amore: Amare è amarsi, perché quello che dai lo devi dare a te stesso: solo così l’amore potrà essere equilibrato e rispecchiare esattamente il centro e l’eternità. (Avrei voluto che queste parole le sentisse una certa persona.. ma difficilmente sarà stata presente..).
La terza è una poesia breve ma intensa:

Non voglio che mi ami
Voglio che ami
Perché gli incendi
Non hanno padrone

rende perfettamente l'idea di cosa sia una passione vera e quale sia il vero desiderio di chi ama.
Una bella serata "Solo de Amor".

mercoledì 15 giugno 2011

Sofegòn carogna


Domenica mattina, sono partito con la mia Mini cooper D alla volta di Rovigo. Trovo che la strada che collega Este a Rovigo, via Monselice, sia una strada affettuosa, romantica per come taglia la pianura attraversando un paese (Stanghella), lambendone altri (Solesino, Boara Pisani), oltrepassando un sempre impetuoso Adige, prima di distendersi in un avvallamento che è effettivamente Rovigo. Quando si passa il ponte sull'Adige e si arriva al bivio, si immagina una metropoli, ma si è a Rovigo. Qui sono andato, domenica scorsa, a sentire leggere le poesie di Maurizio Casagrande, commentate musicalmente da Roberto e Alessandro Tombesi, dell'atelier Calicanto. Devo dire che la poesia di Maurizio mi piace molto, in particolare nella tecnica con cui chiude il testo. Ha una rapidità, un lampo, davvero magico: Bai ca no go mai baeà/ Carnavai ca no go mai sajà. La lingua dialettale diventa una miscela di suoni davvero esotici nella scansione di questo distico. E ancora:

'Na 'oxe
on segno de crose
'na piera slavà

Xe tuto eà

Che dire di più? Sono contento di aver sentito queste belle poesie. Spero di poterle portare presto a Este.

Musica per l'estate!



Complice il laboratorio teatrale che ho diretto quest'anno, ho scoperto un autore brasiliano che forse ai più non dirà nulla. Il suo nome è Alfredo da Rocha Viana Filho, noto con lo pseudonimo di Pixinguinha. Le notizie le trovate qui. Mentre se volete notizie più dirette, vi rimando al suo sito personale. Musica elegante e leggera a un tempo, sofisticata ma popolare.. insomma la musica giusta per entrare in quest'estate dopo un anno di lavoro faticosissimo e pieno di tensioni. Lo sto ascoltando in streaming da una radio brasiliana (vi potete collegare cliccando sul titolo di questo post), dopo che su Skype ho salutato Michele, "il mio miglior allievo di tutti i tempi", che si trova a Shanghai per lavoro.. Dal mio salotto in Este comunico con il mondo intero! Grazie Pixinguinha!

domenica 5 giugno 2011

Sabato polesano

Sabato, complici Elisa e Ivan, sono stato a Rovigo per l'inaugurazione di questa bella iniziativa organizzata dall'associazione per la poesia "il ponte del sale"; un'occasione per rivedere Rovigo, città alla quale sono legato da mille ricordi "coniugali"; per sentir parlare di poesia, argomento sempre meno toccato, anche a scuola; per incontrare un amico poeta che non vedevo da un po' (Maurizio Casagrande); per in compagnia facendo cose effettivamente belle. Tornerò domenica 12 per il reading di Maurizio, con la collaborazione di due dei Calicanto. Rovigo..

mercoledì 18 maggio 2011

Ragazzi, è andata male, tuttavia.. (con 17 grazie!)

E così è andata anche questa. Malgrado il buon risultato (281 voti non sono pochi per lo sforzo prodotto), non siamo riusciti ad entrare in consiglio comunale. Oggi, sbollita la rabbia, la riflessione è più pacata e più generosa. Abbiamo lavorato con cuore ma con poco raziocinio, con molte idee ma poca prassi. Non si poteva fare molto di più e quindi il bicchiere è mezzo pieno. Rompe non aver centrato l'obiettivo per una trentina di voti, ma la politica è anche questo.
Per quello che mi riguarda, 17 preferenze non sono poche per una persona che vive qui da pochi anni e che è scesa in campo da pochi mesi. Sono i voti "amici", cioè delle persone che mi conoscono personalmente e che credono in me e nel mio modo di vedere le cose e di agire: per fare un solo esempio, ho ricevuto 4 voti a Deserto e posso immaginare con un minimo margine di errore chi mi ha votato. A voi 17 va il mio "Grazie!" di cuore.

sabato 14 maggio 2011

Ultimo giorno di campagna elettorale (una cronaca per i fedeli lettori)

Ecco, è finita la campagna elettorale. Vi avevo lasciato il 28 marzo con la mia "discesa in campo". Nel frattempo, serate di riunioni, di volantinaggi, di affissioni di manifesti; molti aperitivi, qualche nuovo amico (uno in particolare, molto simpatico e gentile), molte idee, molte risate, molti incontri: ho visto Rosi Bindi, Matteo Renzi, Flavio Zanonato, molti cittadini di Este. E ora la parola alle urne.

Ieri però l'incontro di due immagini mi ha fatto riflettere sul destino di questa piccola parte di Italia che è Este e che in fondo tanto assomiglia alla parte maggiore.
Verso le 19 sono passato in piazza, giusto per vedere la chiusura della campagna elettorale della Lega: meno gente del previsto, sostanzialmente i militanti rigorosamente vestiti di verde e casse urlanti a tutti volume un "Va pensiero" che stranamente i sedicenti "padani" continuano a considerare il loro inno (chissà cosa ne direbbe Verdi..) ripetuto un sacco di volte, quasi fosse un mantra (in realtà, nel Nabucco c'è poco altro di veramente ascoltabile..). Ho ripensato alla quantità di volte che la Goisis è apparsa sui manifesti con quel faccione ritoccato al photoshop, inquietante e assurdo, di quante migliaia di euro avrà speso in pubblicità, magliette, gadgets e altro ancora. Intorno alla piazza, poca attenzione, molta indifferenza, i bar della piazza pieni dei soliti consumatori di aperitivi, per nulla coinvolti da questa ritualità per nulla antica e piuttosto immotivata.
Alla fine della serata, nel chiostro del Vescovile, dopo l'intervento di Zanonato, Piva interviene a chiudere la serata proponendo di ascoltare tutti insieme "Fratelli d'Italia", il nostro vero inno nazionale. Attimo di panico: è un fuori programma, e il dj per quanto fornito non ha la traccia. Piva recupera la traccia che conserva nell'i-phone, collega l'apparecchio al pc e tutti, in silenzio, raccolti, in piedi, ascoltiamo il nostro inno, meno urlato, più tenue ma senza dubbio più toccante. Non l'inno di una parte, l'inno di tutti.
Rifletto: un inno posticcio, urlato in mezzo agli aperitivi contro un inno raccolto, in un chiostro silenzioso. Due Italie, due modi di intendere la politica, il mondo, la vita. Speriamo bene. In bocca al lupo, Giancarlo! In bocca al lupo, Este! In bocca al lupo, Italia!

lunedì 28 marzo 2011

Ragazzi, è giunto il momento di scendere in campo!

Rubo la battuta ad un noto caratterista politico di qualche anno fa (ancora in attività con la serie di battute sul Bunga bunga..) per annunciare che sono ufficialmente candidato con la Civica Arcobaleno - Sinistra Ecologia Libertà (i vendoliani, per intenderci..) della collega e amica Beatrice Andreose per le amministrative di Este 2011. E' per me un onore partecipare a questa avventura: non è più tempo di tacere. E' il momento di darsi da fare e, almeno, TESTIMONIARE la propria idea politica, anche contro chi ha il vento in poppa, anche in direzione ostinata e contraria.

Divergevano due strade in un bosco, e io…..
Io presi la meno battuta,
E di qui tutta la differenza è venuta.
(R. Frost)

domenica 27 marzo 2011

L'importanza della memoria..

Stasera sono uscito a cena con un amico. Solito posto, il Campiello di Monselice dove Lele e Stefano hanno la cucina migliore che si possa gustare in zona (carne, pesce e pizza..)! Appena arrivato cerco il cellulare e mi viene in mente che l'ho dimenticato a casa. Penso: se il mio amico non arriva non potrò chiamarlo, anche perché non ho il numero sottomano. Poi ci ripenso. Il numero lo so a memoria, perché Luca ha questo numero da sempre e quindi è uno dei primi numeri. Potrei farmi dare un telefono dal ristorante e chiamarlo per sapere a che punto è. La memoria è proprio importante.. la mia memoria, non quella del cellulare o del pc. La mia. Eppure sono pochi, pochissimi i numeri che ho in memoria: i primi cellulari, fine anni '90, gli amici che frequentavo al tempo (e che ora sento di rado..). Delle persone che frequento ora non ricordo nessun numero. La rubrica del mio cellulare oggi contiene 464 numeri.
Meglio non dimenticare il cellulare.. per nessun motivo..

giovedì 17 marzo 2011

Buon compleanno, Italia!


Oggi il nostro Paese compie 150 anni. Si discutono le difficoltà, le divisioni, i problemi. Però siamo un Paese unico, bellissimo, ricchissimo di arte e di paesaggi (trascurata la prima e devastati i secondi)! Non capisco sinceramente chi contesta l'Unità, a partire dalla Lega: se non ci fosse stata l'Unità, saremmo ancora sotto l'Impero Austroungarico, un governo quello sì davvero straniero; e prima ancora c'era la Serenissima Repubblica di Venezia, che trattava le campagne venete come una proprietà privata e le popolazioni sottomesse erano considerate sostanzialmente come manovalanza da sfruttare. Davvero chi dalle campagne del Veneto profondo è stato eletto in Regione per la Lega pensa che sotto i Veneziani sarebbe stato accettato come membro di un governo qualsiasi? O sotto gli Austriaci? Quanta ignoranza! L'Italia è garanzia di democrazia, di libertà, di lavoro (i principi sacri della Costituzione), anche per loro, che vengono profumatamente stipendiati dallo Stato italiano per ciò che fanno. Dimenticare questa cosa, in partenza, è sintomo di cattiva fede. Oggi però si festeggia! Viva l'Italia, viva la Repubblica!

mercoledì 16 marzo 2011

Quando diventerò "nuclearista"..


A parte il fatto che sono convinto che con questa classe politica il nucleare in Italia servirà solo a mungere altri soldi pubblici alla sempre più magra mucca italiana, a parte il fatto che fortunatamente i Governatori delle Regioni sanno bene che nel momento in cui diranno sì all'impianto del nucleare sulla propria terra, la regione insorgerà in massa, come è stato dimostrato dalle popolazioni ioniche a Scanzano (dove il governo aveva "saggiamente" pensato di costruire un deposito delle vecchie scorie nucleari), devo dire che esiste una possibilità per la quale potrei rivedere la mia opinione sul nucleare e diventare un convinto nuclearista: se tutto il Governo al completo, insieme ai vertici delle aziende che spingono per il nucleare e ai vertici di quella finanza che vede nel nucleare un vero business, si trasferirà in Giappone per qualche mese, a ridosso della zona del disastro per dimostrare "sulla propria pelle" che il nucleare non è pericoloso ed è sicuro. Ecco, quando vedrò Berlusconi e co. insieme a tutti quei veri "eroi" loro malgrado in Giappone accanto al reattore esploso, allora potrei diventare nuclearista. Non un minuto prima.

Ben accetti a un ballo..

E così ieri sera sono uscito a cena con una delle classi alle quali sono stato più legato in assoluto: la "mia" Quarta MA, quella di Riz e di Bepi, di "Deca" Belca e di Dreis, di Carlo, Marco, Nicola, di Gianmarco, del mitico Cibo (mio allievo per quattro anni consecutivi!!! attualmente il recordman); tutti nomi, immagini, fatti che rimarranno indelebilmente fissati nella mia memoria, con tutto l'affetto di cui sono capace per questi ragazzi che sono il futuro del nostro mondo e che ho aiutato a crescere. Sono stati bravi e scarsi, geniali e stupidi, fortunati e sfortunati, ma sono stati miei allievi e per questo fatto li ho aiutati, ho insegnato quello che sapevo sul mondo e sulle materie che dovevo insegnare.
Ieri sera siamo stati a mangiare una buona pizza e devo dire che mi ha fatto molto piacere vederli tutti insieme, tutti uniti, come due anni fa. Mi è dispiaciuto assai non averli portati in Quinta, mi fa molto piacere sentire la loro amicizia, il loro affetto, la loro freschezza. Erano loro, ben accetti a un ballo e indispensabili in un naufragio..

sabato 12 marzo 2011

Una riflessione sul terremoto (e il nucleare).


Succede in Giappone ed è terribile per forza, effetto, distruzione. Però i Giapponesi reagiscono composti, le case crollano per le onde, non per il terremoto. Fosse accaduto in Italia.. Chissà se i Giapponesi hanno qualcosa di equivalente a Bertolaso. Ad ogni modo la seconda emergenza, anzi la terza (dopo terremoto e tsunami) è quella nucleare. Non entro nel merito per "manifesta ignoranza". Rifletto però che il fatto scatena in Italia la consueta ridda di polemiche. Il governo fissa il referendum sul nucleare non in corrispondenza con le amministrative perché teme il raggiungimento del quorum e una bocciatura della propria scelta nuclearista. Una scelta discutibile per un paese come il nostro, privo di infrastrutture moderne e affidabili, privo di una classe politica responsabile e seria, in cui ogni tipo di intervento pubblico è prima di tutto il motore di appetiti economici (magari ralizzati a scapito del prodotto finale). Io non mi fiderei di una centrale nucleare realizzata da un'azienda guidata da questo genere di persone, perché confondono l'interesse personale (arricchirsi) con l'interesse collettivo (fornire energia alla massa). E comunque, secondo me, sarebbe più interessante ridurre la dipendenza dai fossili puntando sulle energie rinnovabili per uso domestico, intanto. E' evidente che questo comporterebbe una riduzione degli appetiti delle grandi aziende, ma permetterebbe il proliferare di alcune piccole aziende artigiane per l'allestimento e il mantenimento degli impianti. Perché non provare?

Vola, colomba bianca..!


E così anche Nilla è passata oltre. Un'icona della femminilità e della musica italiana. A lei è legata una delle canzoni in assoluto più sensuali della nostra canzone: l'edera. il tono è morbido, suadente, vagamente notturno e il testo è apparentemente semplice (inizia con una domanda retorica "chissà se m'ami oppure no..") ma ha anche qualche momento "alto" (avvinta come l'edera.. finché luce d'amor.. finché m'è dato vivere..). Questa canzone mi è sempre piaciuta perché presenta una donna che è forte proprio nel momento in cui si arrende, amante a prescindere dalla corrispondenza.. l'amore gratis, senza richiesta..
Vola, colomba bianca, vola..

venerdì 11 marzo 2011

Elio a Este: un vero Giamburrasca!


E' entrato in scena in bicicletta, se ne è andato in monopattino. Il Giamburrasca Elio è passato per Este mercoledì sera (il 9 marzo, mercoledì delle Ceneri). Ed è stato uno spettacolo molto divertente, leggero, a tratti commovente. Accompagnato da un gruppetto di musici monellacci (che nelle pause lanciavano sul pubblico aeroplanini di carta, coriandoli, pezzetti di gesso..), Elio ha tenuto in piedi un'ora e mezza di spettacolo con abilità e ironia. A chi come me ricorda l'originale televisivo con Rita Pavone riaffiora un tenue ricordo grazie alle canzoni dell'infanzia: però l'effetto di vedere finalmente le divise verdi e oro, quando in tv vedevo solo i toni di grigio.. che magia!!!
Insomma, uno spettacolo molto bello, leggero e divertente. Sono molto contento perché, oltre ad essermi personalmente divertito assai, ho portato con me alcuni allievi (una decina in tutto), che hanno apprezzato quanto me l'esibizione del Giamburrasca Elio!

martedì 8 marzo 2011

Altre due parole sulla scuola (a proposito di stipendi)

Si recrimina, da parte del ministro Maristella G., che il 93% dei fondi stanziati per la scuola va negli stipendi degli insegnanti (probabilmente è compreso il personale in genere: i presidi, ora parificati a dirigenti, i bidelli e in generale gli ATA, acronimo che sta per Ausiliari Tecnico Amministrativi). Beh, mi pare un'ovvietà: da una scuola, tolto il preside, i segretari, i bidelli, i prof, cosa rimane? l'edificio (oggi chiamato "plesso"), i banchi, le lavagne, i gessi, i prodotti, le attrezzature. Direi che il rapporto è giusto.
Le domande che mi agghiacciano quando mi sorgono sono le seguenti: quanto dovrebbe essere il rapporto, secondo Maristella G.? E soprattutto, la differenza tra la percentuale attuale e quella desiderata dove andrebbe destinata, secondo Maristella G.? Non sarà mica destinata in quella pletora di cose inutili, piene di nulla, spesso cariche di acronimi bizzarri, di retorica pedagogica a basso consumo (ma ad alto costo)?
Spero proprio di no!

E finalmente Camilleri!


Invece di passare il piccolo ponte di Carnevale in giro per l'Italia, ho cenato da un amico, fido camilleriano, che mi ha prestato un volumetto, "privo di titolo". "Privo di titolo" è il titolo del volumetto.. Beh, ho trascorso un giorno a letto a leggere questo delizioso volumetto e mi sono divertito assai. In particolare le vicende intorno alla questione di Mussolinia mi hanno divertito parecchio. Il rinvio a Mussolinia è d'obbligo. Spero di poter diventare camilleriano pure io: una scrittura così divertente, sapida, ricca e al tempo stesso leggera e profonda. Davvero grande scrittura!

Manuale d'amore 3


Ieri sera ho visto "Manuale d'amore 3". Il bello di questi film non è tanto il tema, la storia, l'intreccio. Il bello è il confronto che si può sviluppare con i "Manuali" precendenti, in particolare per il racconto sociale che ne scaturisce. Questi film potrebbero essere una nuova frontiera del "neo-neorealismo"? Forse sì, ma non tanto per il realismo del racconto (difficilmente le tre vicende si sviluppano davvero così, in realtà), quanto per il profilo dei personaggi: Scamarcio, Verdone e De Niro rappresentano tre tipologie sociologiche di maschio italiano. Tutti e tre con qualcosa da nascondere, tutti e tre con il fantasma nell'armadio, tutti e tre abbastanza scontenti della loro dimensione esistenziale. Eppure tutti e tre, in apparenza, stanno bene: rampante avvocato, affermato giornalista, professore in pensione, con luminosa carriera universitaria. Il "neo-neorealismo" potrebbe partire da queste domande. Cosa non funziona in queste vite? Cosa non funziona nell'individuo di oggi? Cosa spinge i primi due al tradimento (ma Scamarcio non lo confessa, a differenza di Verdone, che viene quindi abbandonato dalla moglie..) e il terzo ad una specie di "tradimento" nei confronti dell'amico? Veramente questa è una società così "infedele"?

domenica 27 febbraio 2011

Due parole sulla scuola (a proposito di Silvio B.)

Rimango senza parole ogni volta che Silvio B. parla della scuola e dei professori "comunisti", tra i quali senz'altro il buon Silvio B. avrà iscritto anche me. Sembra che la scuola sia una riserva indiana, dove frotte di docenti di sinistra cercano di convincere torme di ragazzini confusi (ma dove?) al verbo socialista. Peraltro non è vero: conosco molti colleghi di centro o di destra con i quali collaboro attivamente ad uno scopo comune, la formazione della coscienza dei ragazzi. E con questi colleghi c'è stima reciproca. Allora i casi sono tre: o i docenti di sinistra sono davvero poco efficaci, o non è vero quello che dice Silvio B. Oppure, ed è la conclusione ancora più amara, la scuola non ha più, nella formazione delle giovani generazioni, il peso che può attribuirle un signore che ha passato i settanta da un po'.
Discuto spesso con i miei allievi: discuto di letteratura, di poesia, di storia, ma anche delle cose che accadono oggi, perché quello che insegno deve servire ai miei ragazzi per capire meglio la realtà in cui vivono.A volte il confronto è teso, ma i principi che ispirano il dialogo sono sempre gli stessi e sono condivisi: il rispetto, la libertà, l'educazione. Credo che questi siano i valori che la nostra società dovrebbe coltivare. In realtà, il momento del confronto in classe è una delle cose che i miei ex allievi ricordano con maggior piacere. E ho capito perché: perché l'altro termine dell'educazione dei giovani d'oggi, la televisione, propone tutt'altro. Tutti uguali, possibilmente fighi, abbronzati, boni. Gli altri esclusi. In televisione non c'è il confronto se non in termini di conflitto, il modello è Sgarbi che bercia; l'educazione è intesa in senso molto lato, la libertà, mah.. non so se in televisione esista la libertà.
Se veramente la scuola funzionasse nel senso che teme Silvio B., la società sarebbe senza dubbio meglio di com'è oggi. Ma ahimé la televisione vince. Sempre. E Silvio B. lo sa.

mercoledì 16 febbraio 2011

Un bacio - Ivan Cotroneo


Oggi ho letto il libro di Cotroneo in un'aula magna piuttosto gremita, nel corso di un'assemblea di istituto. Il tema proposto era l'omofobia "e altre diversità", ho tenuto a precisare. Mi sono piaciuti parecchi interventi di diverse studentesse e di qualche ragazzo, che hanno affrontato la questione in maniera molto matura e consapevole, nel nome del rispetto della libertà. Alcune ragazze sono rimaste commosse. Un collega si è complimentato, una ragazza mi ha chiesto in prestito il libro (ceduto volentieri.. ci mancherebbe!)
Al contrario, sono davvero preoccupato per alcuni miei giovani allievi che non riescono a capire che non è attraverso la negazione del diverso che affermano la propria identità, ma solo attraverso il rispetto e l'accettazione. Probabilmente è una fase, sono ancora giovani. O forse no. E allora saranno condannati ad una vita di rancore, di cattiveria, di odio. Una vita abbastanza triste.
Il dato positivo è stato il confronto, anche se avrei preferito una migliore disposizione ad ascoltare e qualche intervento in più. Comunque è stata un'esperienza incoraggiante.

giovedì 10 febbraio 2011

David Riondino a Este


ieri sera ho visto lo spettacolo di Riondino intitolato "Cavour mon amour"; in realtà a mezza strada tra una lezione spettacolo e una conferenza, troppo breve per essere uno testo unico, tant'è che alla fine Riondino ha letto anche altre cose (tra le quali alcune poesie di un autore a me ignoto, Ernesto Ragazzoni (se ne vuoi sapere di più clicca qui). Peccato, perché alcune cose erano davvero simpatiche, altre davvero interessanti, grazie anche alla verve di Riondino. Forse con un semplice ausilio musicale a spezzare la monotonia e a dare un ritmo un po' più sostenuto avrebbe aiutato lo spettacolo..