sabato 12 marzo 2011

Una riflessione sul terremoto (e il nucleare).


Succede in Giappone ed è terribile per forza, effetto, distruzione. Però i Giapponesi reagiscono composti, le case crollano per le onde, non per il terremoto. Fosse accaduto in Italia.. Chissà se i Giapponesi hanno qualcosa di equivalente a Bertolaso. Ad ogni modo la seconda emergenza, anzi la terza (dopo terremoto e tsunami) è quella nucleare. Non entro nel merito per "manifesta ignoranza". Rifletto però che il fatto scatena in Italia la consueta ridda di polemiche. Il governo fissa il referendum sul nucleare non in corrispondenza con le amministrative perché teme il raggiungimento del quorum e una bocciatura della propria scelta nuclearista. Una scelta discutibile per un paese come il nostro, privo di infrastrutture moderne e affidabili, privo di una classe politica responsabile e seria, in cui ogni tipo di intervento pubblico è prima di tutto il motore di appetiti economici (magari ralizzati a scapito del prodotto finale). Io non mi fiderei di una centrale nucleare realizzata da un'azienda guidata da questo genere di persone, perché confondono l'interesse personale (arricchirsi) con l'interesse collettivo (fornire energia alla massa). E comunque, secondo me, sarebbe più interessante ridurre la dipendenza dai fossili puntando sulle energie rinnovabili per uso domestico, intanto. E' evidente che questo comporterebbe una riduzione degli appetiti delle grandi aziende, ma permetterebbe il proliferare di alcune piccole aziende artigiane per l'allestimento e il mantenimento degli impianti. Perché non provare?

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