martedì 12 luglio 2011

Ancora una volta.. Amor Fou!

Come l'anno scorso, ancora Botanique, ancora Amor fou. Non presentano l'album nuovo, ma solo alcune canzoni. Pubblico di affezionati, cornice quasi "familiare" quella del Botanique, dove i "nostri" si sentono a casa. Ci arrivo con la Mini, insieme a Paolo, sua morosa, e Andrea. Due miei carissimi allievi, ora due amici (che però mi chiamano ancora prof. e mi danno del "lei" - Paolo non sempre, ormai..). Sul luogo trovo Matteo, Ale e altri amici bolognesi.
L'emozione è sempre nuova ma sempre tenera e appunto familiare. Gli Amor fou, forme raffinate ed eleganti, non sono però sul pianeta Venere, ma qui, con noi. La loro musica è strana, suadente, piena e le parole cadono sempre metricamente in maniera perfetta. Eppure toccano dentro, nella profondità di ciò che ciascuno di noi prova e che spesso nasconde.
La canzone che trovate nel link è secondo me una delle prove più intense. Come viene ad un autore di scrivere un verso così:

Ma una scia di pura gioventù, che non ho meritato, dove va, dove cade?

una scia, come il vapore bianco che si vede nel cielo dietro gli aeroplanini, di pura gioventù (perché pura? non contaminata? non toccata?) cosa sarà mai? e perché non lo hai meritato?
e le domande una ovvia (dove va?) una un po' meno (dove cade? ma perché dovrebbe cadere.. nulla è eterno?).

e dopo le domande, non c'è una risposta. Forse le domande non la vogliono. Invece c'è un'affermazione:

io vorrei continuare// a pretendere il meglio di questo tuo giovane cuore//
ma non so imparare ad evitare// il segnale di questo mio folle dolore..

io vorrei.. ma non so.. cifre del nostro tempo. Grazie Amor Fou!

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