lunedì 19 luglio 2010

Marco Paolini "BISOGNA (la pellagra via sms)" a Este

"La cultura [...] in Veneto è come la campagna, qualcosa di cui ogni tanto ci si sgionfa di ciacole e poi ci si dimentica per fare finanza con i terreni. A curare l'orto, il proprio orto, son bravi tutti, certo, bisogna! Ma non basta mica.
Voglio parlare di futuro, di paesaggio e di servitù di passaggio."

Spettacolo molto intenso, ricco di citazioni (a volte non proprio precise, come quando legge i Leori del socialismo e poi li attribuisce a Camon invece che a Coltro), sulla cultura materiale della nostra regione. Materiale perché è proprio il paesaggio uno degli elementi fondamentali della cultura veneta: un paesaggio complessivamente molto dolce, determinato dalla perdurante presenza della Serenissima repubblica che ha dato al territorio un aspetto significativo partendo dalla regimentazione delle acque (il magistrato alle acque è un'invenzione veneziana dei primi anni del XVI secolo), attraverso la creazione di quella rete di ville, modelli di azienda agricola "alla veneta", che ancora impreziosiscono il territorio di questa regione.
E ora? Paolini ci racconta un territorio che, per volontà di amministratori troppo poveri sotto il profilo culturale, viene continuamente maltrattato da "grandi opere" o da piccoli mostri, da strade, rotatorie, ponti, opere pubbliche che, se pur a qualcosa servono, in realtà compiono un'operazione molto più grossa: cancellano la cultura e l'identità di un territorio.
Paolini dovrebbe allestire una versione ridotta di questo spettacolo e offrirla alle scuole: forse i giovani possono rimediare laddove la mia generazione sta inevitabilmente fallendo.

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